Il problema delle Fake News e dei “Messaggi di Odio”, presenti in rete e sui social network, è gigantesco. Da consulente SEO, ritengo di poterne comprendere maggiormente di altri la gravità, e sinceramente la situazione mi inquieta non poco.
Basta fare un giro su Facebook per trovare pagine che inneggiano allo sterminio di una razza, all’odio, alla violenza sulle donne, sugli animali e chissà su quanto altro.
Anche Google non ha meno problemi, in quanto sono molti quelli che, sfruttando le falle del motore di ricerca, riescono a diffondere notizie false o messaggi di odio.
Questo problema della rete è sempre stato molto evidente a chi, come me, studia la rete per creare nuove strategie di comunicazione, ma chi invece naviga solo per svago, probabilmente non si è mai accorto di niente.
Il problema è salito all ribalta durante le ultime elezioni americane, quando la lotta tra Donald Trump e Hilary Clinton è diventata così aspra, che non si riusciva più a capire quali notizie fossero vere e quali no.
La “Minaccia della Unilever”
Il 13 febbraio 2018, la notizia del giorno riguarda “L’ultimatum” lanciato dalla Unilever, che comprende circa 400 grandi marchi, a Facebook, Google e agli altri colossi del web. In poche parole, se non verrà risolto il problema delle fake news e dei messaggi di odio, i marchi che aderiscono al consorzio, interromperanno i loro investimenti sul web, causando un danno di circa 7 miliardi di euro l’anno.
Si tratta della prima “Minaccia” che potrebbe in qualche modo recare danno ai giganti della rete, in quanto potrebbe anche scatenare un “Effetto valanga”.
Come bloccare le fake news
Io comprendo pienamente che le fake news e i messaggi di odio, così come il bullismo le minacce e così via, non sono problemi che si risolvono dal giorno alla notte. Credo però anche che nessuna della parti chiamate in causa, compresi i governi, abbiano concretamente mostrato la volontà di risolvere il problema.
Solo Facebook comprende circa 2 miliardi di iscritti e controllare la veridicità di ogni contenuto è veramente arduo, ma non è impossibile.
Di seguito le mie idee.
L’esempio di Google Local Guides
Google ha lanciato (più o meno nel 2015) il programma “Local Guides”, ovvero “Guide locali”. Con questo programma, migliaia di utenti (me compreso) contribuiscono ogni giorno nel migliorare i dati forniti da Google Maps, rendendo quindi più affidabile un servizio fondamentale sia per gli utenti che per le aziende.
Google in questo caso si è rivolto agli utenti di buona volontà, che hanno voglia di migliorare internet, perché allora non fare la stessa cosa per le fake news?
Google e Facebook dovrebbero rivolgersi agli utenti stessi, creando un programma di affiliazione che punti alla formazione di persone, con identità verificata, che possano segnalare situazioni anomale.
Una patente per i social network
Una proposta sicuramente più ambiziosa e anche controversa è quella relativa alla “Patente per i social network”.
Da anni ormai ritengo che non si possa permettere alle persone di iscriversi sui vari Social Network con profili falsi per poi insultare, offendere, minacciare o anche diffondere notizie false.
Il problema dei “Leoni da tastiera” è molto concreto, come il problema delle recensioni false ai danni delle aziende, ma se ci fosse un reale controllo sia da parte delle istituzioni che da parte delle aziende coinvolte, tutto questo potrebbe essere contrastato.
Per accedere a social network come Facebook, che detengono una fetta di mercato di una certa portata, bisognerebbe essere in qualche modo abilitati, tramite per esempio una sorta di patente che renda di fatto impossibile accedere con dei dati falsi. Nel momento in cui non si possa fare più affidamento sulla protezione fornita dall’anonimato, e se si dovesse rispondere in prima persona dei propri contenuti, probabilmente il problema verrebbe notevolmente ridotto.
Che cos’è la libertà d’espressione
A chi dovesse considerare le proposte riportate in questo articolo come una limitazione dei propri diritti e della propria libertà d’opinione o di espressione, ricordo che la libertà personale termina nel momento in cui si vanno a ledere i diritti di un altro individuo.
Libertà non significa fare quel cavolo che ti pare, quando ti pare, e soprattutto non ti autorizza ad insultare le persone su Facebook.
Le notizie false sono un problema di tutti
La costante diffusione di notizie false sta causando problemi reali, che influenzano la nostra vita. Indipendentemente dalle proprie opinioni politiche, è molto grave che la campagna americana sia stata in qualche modo influenzata da un utilizzo scorretto dei social network, così come è grave diffondere notizie false su medicine, etnie, singoli individui o istituzioni politiche.
Per fermare tutto questo non basta chiedere l’intervento delle aziende interessate e delle istituzioni, ognuno di noi deve impegnarsi a rendere internet un posto più sicuro.
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