In passato ho partecipato a un webinar su Google Ads e in quell’occasione ho deciso di chiedere ai relatori:
“Quanto bisogna investire su Google Ads? Esiste un budget minimo?”
Insieme alla domanda, ho scritto anche una mia osservazione riguardante il fatto che, secondo la mia esperienza diretta, un investimento minimo su Google Ads deve essere tra i 10 e i 20 euro al giorno.
La risposta che ho ricevuto non è stata pienamente in accordo con la mia affermazione, la definirei sicuramente un po’ tecnica, ma certamente valida, e sopratutto in grado di fare un po’ di chiarezza sull’argomento per le aziende e i liberi professionisti che iniziano a muovere i primi passi su Google Ads.
Il punto della questione è che spesso le persone non sanno quanto investire, o peggio ancora, pensano che un investimento X possa bastare, ma in realtà l’errore è proprio questo.
Non bisogna pensare che esista un investimento minimo, ma comprendere che ciò che conta veramente è il costo per convertire un click in un acquisto.
Il processo che riporto di seguito riguarda l’acquisto di un oggetto qualsiasi attraverso le campagne di Google Ads, mentre per chi offre servizi che prevedono una sorta di “Contrattazione”, il processo di acquisto attraverso Google Ads necessita un’analisi diversa, in quanto dipende dal “Lead”.
Individuare il costo delle conversioni
Ogni volta che un cliente acquista un prodotto online avviene tecnicamente una conversione, che può e deve essere tracciata configurando correttamente i vari software forniti da Google:
- Google Ads
- Google tag manager
- Google Analytics 4
Importante: in questo caso una “Conversione” coincide con una “Vendita”, ma una una conversione può tecnicamente coincidere anche con altre “Azioni”, come per esempio il lead o il download di un file.
La conversione avviene a seguito di un click su un annuncio della propria campagna, e Google Ads, oltre a fornire un CPC (cost per click), fornisce anche un costo per conversione.
A questo punto, una volta individuato il costo di una conversione, e verificato che sia sostenibile, basta aumentare il budget per ottenere più conversioni e quindi degli acquisti.
Importante: se raddoppi il budget non raddoppi le conversioni.
In parole povere, se investendo 100 euro hai 10 conversioni, investendone 1000 non ne avrai 100, ma meno.
Inoltre, ogni business ha costi diversi. Ci sono settori dove un click costa 5 euro, mentre altri dove costa 0,30 centesimi, andando ovviamente a incidere sul budget.
Quando aumentare il Budget
Prima di iniziare ad aumentare il budget per Google Ads consiglio di aspettare circa un mese da quando si iniziano ad ottenere le prime conversioni.
Per ottimizzare una campagna, infatti, hai bisogno di molti click e molte conversioni, inoltre devi tener presente i fattori esterni che possono influire sul comportamento d’acquisto degli utenti, come il black friday, il Natale o le vacanze.
Inoltre, consiglio di aumentare il budget sempre gradualmente nel tempo, tenendo presente che l’algoritmo di Google potrebbe impiegare anche 15 giorni ad ottimizzare la campagna per il nuovo budget.
Esiste un budget minimo?
Dalla mia esperienza personale con Google Ads ho capito 3 cose in merito al budget da investire:
- Una campagna che vuole essere veramente efficace deve prevedere un investimento minimo che deve aggirarsi tra i 1000 e i 2000 euro al mese
- Scendere al di sotto dei 10 euro al giorno difficilmente permette di creare un numero di conversioni rilevanti.
- Un budget di 10 euro al giorno non è adatto a qualsiasi azienda, può permettere di ottenere conversioni ma bisogna ideare precise strategie.
In conclusione, il budget minimo è un concetto relativo, dipende molto dal proprio settore, ma l’aspetto veramente importante è riuscire a creare annunci efficaci a costi sostenibili, in modo da poter ottenere conversioni senza doversi preoccupare di sforare il budget.
Perché la campagna Google Ads non funziona
In questo paragrafo riporto, sempre secondo la mia esperienza personale, le cause principali del fallimento di una campagna PPC.
Una campagna PPC, in parole povere, può generare molto traffico verso il tuo sito, ma perché le persone non comprano?
Le persone non comprano generalmente per 3 motivi:
- sito troppo lento e non ottimizzato
- manca un investimento sul brand
- publico sbagliato
Per vendere online, il tuo sito non deve avere solo il prezzo giusto, deve anche essere affidabile.
L’affidabilità è fondamentale per il successo di un e-commerce, come dimostrato da Amazon.
In poche parole, se il tuo sito impiega troppo tempo per aprirsi, se la navigabilità non è funzionale all’utente, è normale che le persone non ti ritengano affidabile e vadano da un’altra parte.
Se ti rivolgi al pubblico sbagliato, vuol dire che non hai ottimizzato correttamente la campagna. Per esempio, potresti aver sbagliato la ricerca delle parole chiave.
Ma l’errore più grave, e più comune, che commette un’azienda è non investire sul proprio brand.
Se non hai una buona pagina chi siamo, se scrivendo su Google il nome del tuo marchio non compaiono comunicati stampa o se non hai recensioni affidabili dei tuoi prodotti, allora è normale che le persone decidano di non comprare da te.
Non puoi pensare che basta investire su Google Ads per vendere online, devi curare molti altri aspetti.
Cosa fare se acquisire un nuovo cliente costa troppo?
In alcuni casi la tua campagna Google Ads non funziona perché il Cost per acquisition (CPA) è troppo alto.
Per esempio, per vendere un prodotto che genera un guadagno di 10 euro, hai bisogno di spendere 50 euro in PPC.
Può sembrare strano, ma questo molto comune che tende a demoralizzare molte aziende alle prime armi.
In realtà, il problema non è il CPA, ma un altri KPI per e-commerce, ovvero il Customer Lifetime Value (CLV).
Può sembrare un discorso complesso, ma ti assicuro che non lo è.
Per esperienza, posso dirti che oggi acquisire un cliente costa non poco in termini di marketing, ma questo non deve spaventarti, deve solo aiutarti a progettare la giusta strategia.
Per prima cosa, rivedi tutti i costi che non riguardano il marketing e che incidono sul guadagno netto.
Dopo di ché, inizia a pensare non al profitto che il cliente ti porta nel primo acquisto, ma quanto ti può portare nel tempo.
Al giorno d’oggi, un e-commerce non può fermarsi al primo acquisto, ma deve prevedere strategie per portare l’utente ad acquistare più volte.
Per esempio, puoi utilizzare una newsletter.
Non devi poi limitarti a vendere un solo prodotto. Se per esempio vendi birra, allora puoi vendere tutti i gadget collegati a questo settore, come per esempio boccali, sottobicchieri, apribottiglie o kit per produrre la birra in casa.
Questo è il CLV, ovvero il profitto che il singolo utente può portarti nel tempo.
Pertanto, non fermarti alla conversione, e neanche al costo per acquisizione, vai oltre, punta al CLV.
Se vuoi realizzare una campagna Google Ads per la tua azienda, invia una email a stefano@mypresslab.com.
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